venerdì 31 ottobre 2008

Oggi è un anno che Diego è volato via ... "La morte dei valori"

La mamma Mira Mancioli | Il 31 ottobre di un anno fa Diego è volato via. Sarà stato un sogno di libertà sbagliato, ma pur sempre un sogno umano che squarcia il cielo grigio di una comunità. Comunità chiusa e sorda, che negli anni non ha mai voluto capire che al di là di sè stessa c’era chi reclamava identità ed autenticità. A tutte le persone che da tutta Italia ed anche dall’estero, con telefonate, telegrammi e lettere hanno voluto essermi vicino, ai giornalisti e a chi lo ha teneramente ricordato su questa pagine, a chi lo ha commemorato con una sedia vuota listata a lutto, ai pianti dirotti delle maestre e degli insegnanti delle scuole medie, ad un professore del liceo scientifico Einstein ed ai suoi alunni, ai prèsidi in lacrime, al sindaco di Lacco Ameno e agli amici, a tutte le persone che hanno affrontato la faticosa salita che porta a casa per darmi conforto ed esprimere di persona il loro dolore io devo un ringraziamento. Non c’è persona ad Ischia che non sia scoppiata a piangere quando mi ha incontrata. E che continua a farlo. Nei negozi, nei bar, per strada, su aliscafi e traghetti. Gente di tutte le età, condizione sociale e culturale, che hanno mostrato e continuano a mostrare sincera partecipazione al dolore. A quel dolore che la mente non riesce nemmeno ad immaginare:la morte di un figlio. Ringrazio tutti. E la partecipazione, se non può restituire la vita di Diego, mi trasmette quel senso di civiltà e soprattutto di umanità che fa da contrasto all’indifferenza, che è vuoto cinismo. Questo è per me motivo di consolazione. E’ come un abbraccio che per qualche istante riscalda il gelo. Accanto ai tanti segni di vicinanza e di affetto,alle parole e a gesti sentiti, dalla scuola di Diego, il Liceo Classico Giovanni Scotti, non ho ricevuto un segno di cordoglio. Non un fiore, non un telegramma, non un minuto di silenzio per ricordarlo, Niente. Non una commemorazione. Nessuno, in suo ricordo ha mostrato a tutt’oggi l’intenzione di deporre un fiore sul suo banco, irrimediabilmete tragicamente vuoto. Come può accadere una cosa del genere? Perchè stendere un velo di freddo silenzio? Neanche dopo il quarto sucidio, in quella scuola c’è stata la necessità di porsi domande? Nessuno, tranne pochi, ha sentito la necessità di partecipare al dolore? C’è stato qualcuno che ha voluto cercare, offrire chiarezza ed ha cercato lo sguardo di ciascun ragazzo per riflettere e ragionare? Eppure il dolore appartiene alla vita. Torno ad Ischia di tanto in tanto, ma è un ritorno doloroso. Torno con la speranza di poter aggiungere un altro tassello ad una storia che manca di chiarezza, completezza ed umanità. Dimenticare per disconoscere è un’arma letale per ogni esame di coscienza. L’incapacità di guardare in faccia il dolore, nascondendosi dietro a indifferenza, omertà, minacce e menzogne non ha più nulla di umano e di cristiano. Se l’esercizio di civiltà, la difesa di identità, di valori e di principi etici non vengono rispettati, è l’intera comunità ad essere dannatamente in pericolo.

CHI ERA DIEGO
Diego era un ragazzo educato dal cuore pulito. Amava stare all’aria aperta, aveva deciso di coltivarsi un orticello che curava personalmente, amava il mare, scriveva racconti, eccelleva senza sforzo negli studi, era pronto ad aiutare tutti. Non sempre trovava nei suoi coetanei, ragazzi che fossero interessati alle cose che a lui piacevano. Non inseguiva le mode del momento. Sicuramente per lui era importante il rispetto verso i compagni e verso i professori. Diego si è avvicinato al liceo con grande entusiasmo. Ben presto, per la sua grande facilità di apprendimento e passione per lo studio, si è ritrovato addosso l’etichetta di “secchione”. Man mano la pressione è aumentata ed ha cominciato ad essere tormentato, isolato, offeso. “E’ lo scotto che deve pagare il primo della classe,”... ”sono ragazzate” mi è stato risposto. Qualsiasi atto verbale, scritto o fisico che colpisca la dignità o l’integrità fisica e psicologica di uno o più studenti nella scuola, in attività connesse alla scuola, nel cortile, su bus scolastici, o provochi danni verso i beni della scuola si definisce con una sola parola: BULLISMO Serve asserire che ad Ischia non ci sia bullismo? La parola bullismo evoca manifestazioni di prepotenza, di vuoto di relazione, di sottrazione morale ed è una conclamata ed allarmante realtà mondiale. Riguarda tutte le scuole ed i gruppi, con forme e significati di volta in volta diversi. Esso si rafforza quando, per convenienza, debolezza, incapacità, aridità emotiva gli spettatori restano indifferenti e non intervengono. Diego non ha mai offeso nessuno perchè credeva nei valori universali della fratellanza, solidarietà, nella pace tra i popoli, nella cooperazione, nell’amicizia, nel rispetto, nell’amore per la natura e nell’amore per i più deboli. Era convinto e mi ha sempre detto :”Mamma, i problemi si risolvono attraverso il dialogo, con gesti di pace. Bisogna solo avere la forza ed il coraggio di tirar fuori la parte buona che c’è in ognuno di noi”. Quel 31 ottobre 2007 Diego, un’ultima volta parlò a lungo a scuola di questi valori, raccolse insulti ed indifferenza. MA IL COMPITO DI DIEGO NON È FINITO E NON PUÒ FINIRE. Per riaffermare i valori di Diego, perchè le sue idee non muoiano con lui, continuerò, io ed altri, a dar voce a quei valori che Diego ha espresso ed espresse, in una classe del liceo Giovanni Scotti di Ischia, un ultima volta, il giorno in cui si è tolto la vita. B. un giovane coetaneo, in ricordo dell’amicizia, si è tatuato il nome Diego sul corpo. Quel ragazzo mi ha dato e dà una lezione a tutti, Mi è maestro, erchè, a modo suo, sa affrontare il dolore, la perdita, la separazione. Non rimuove e non nega.

SOSBULLISMO
Oggi faccio parte dell’associazione SOSBULLISMO, che ha aperto uno sportello d’ascolto in Campania. Per sensibilizzare al problema bullismo, per essere vicino a chi vede nella prevenzione e nel sostegno alle vittime e alle loro famiglie, l’unica possibilità di contrastare il fenomeno. Per dire basta alle sopraffazioni.
Chiunque può scrivere a info@bullismo.com o visitare il sito www.SOSBULLISMO.com
“forza e coraggio”

"Buon Halloween"

La storia di Halloween: Jack-O-Lantern e le zucche intagliate
immagine in lineaIl simbolo di Halloween per eccellenza è una zucca in cui viene intagliato un grottesco volto illuminato da una candela posta al suo interno. Tale oggetto è ereditato dal folklore irlandese e trae origine dalla leggenda di Stingy Jack, un fannullone e scommettitore dal brutto caratteraccio, assai dedito all'alcool.

La storia è questa:

Una sera di Halloween, dopo l'ennesima sbronza, gli apparve il Demonio intenzionato ad impossessarsi della sua anima da peccatore. Jack chiese al Diavolo che gli venisse concesso di bere un ultimo bicchierino. Ottenuto il permesso, si lamentò del fatto che non aveva 7-nemmeno un soldo per pagare la consumazione, così pregò il Demonio di trasformarsi in una moneta da 6 pence. Avvenuta la mutazione, Jack afferrò la moneta e la mise nel suo portafoglio, avente la caratteristica di una croce ricamata sopra. Imprigionato irrimediabilmente, per riottenere la libertà, il Diavolo accettò il patto proposto da Jack, che consisteva nel posticipare di un anno la sua morte.
La vigilia di Ognissanti seguente, il Diavolo si ripresentò per ottenere l'anima dell'uomo. Questa volta Jack gli propose una scommessa: non sarebbe più riuscito a scendere da un albero. Il Diavolo sorrise ed accettò, salendo su un albero lì vicino. Fu allora che Jack incise sulla corteccia una croce, che impediva al Diavolo di saltare giù.

Con la vittoria in pugno, Jack propose al Diavolo un patto: egli avrebbe cancellato la croce, se lui si fosse impegnato a non tentarlo più. Dopo circa un anno, Jack morì. Al suo bussare alle porte del Paradiso venne risposto che non sarebbe potuto entrare perché aveva condotto una vita dissoluta piena di peccati. Giunto all'Inferno, anche il Diavolo gli negò il permesso di entrare, perché ancora offeso per come era stato raggirato dall'uomo. Tuttavia, il Diavolo donò a Jack un tizzone che gli illuminasse la strada nel limbo oscuro. Jack si ingegnò per far durare più a lungo quella luce e la ripose in una rapa svuotata, ricavandone così una lanterna. Da allora, nelle notti della vigilia di Ognissanti è possibile scorgere la fiammella di Jack, che vaga alla ricerca della sua strada.

Da allora Jack fu soprannominato Jack O'Lantern che è poi il nome che viene dato alle zucche intagliate.
Si sarà notato che nella leggenda si parla di una rapa e non di una zucca. La spiegazione a ciò sta nel fatto che gli irlandesi sbarcati in America non ebbero più a disposizione il loro tubero e ricorsero, quindi, alle grosse zucche gialle, facilmente reperibili nella nuova terra e ben più grandi.

fonte

immagine in lineaUn'altra versione che ho trovato su wikipedia dice:
L'usanza di intagliare zucche con volti minacciosi e porvi una candela accesa all'interno nasce dall’idea che i defunti vaghino per la terra con dei fuochi in mano e cerchino di portare via con sé i vivi (in realtà questi fuochi sono i fuochi fatui, causati dalla materia in decomposizione sulle sponde delle paludi); è bene quindi che i vivi si muniscano di una faccia orripilante con un lume dentro per ingannare i morti.

Come preparare la vostra zucca?

Semplice!servono soltanto pochi strumenti:
- un cucchiaio o una paletta da gelato
- un coltello dalla lama fina e lunga
- dei giornali

Fase 1
Con un coltello lungo e dalla lama fine, tagliare via la cima della zucca attorno al picciolo. Il buco dovrà essere abbastanza grande da permetterti di scavare la parte interna della zucca (semi e filamenti) a mano e con un cucchiaio. Di solito la misura del buco dovrebbe essere circa 2/3 del diametro della zucca. Per rendere più facile il taglio, sarà meglio un foro pentagonale o esagonale piuttosto che circolare. Pulire la calotta asportata in modo da poterla usare in seguito come coperchio della zucca. Ora usa un cucchiaio per raschiare le pareti interne della zucca e pulirle completamente dai filamenti.



Fase 2
Ispeziona la superficie della zucca per decidere la parte migliore dove incidere il volto. Ora usa attentamente il coltello per scalfire la zucca nelle singole parti del viso, magari segnando prima con una matita le linee del volto.
Suggerimento: può essere utile disegnare il volto prima su carta e poi ricalcarlo sulla zucca!
Quando hai finito di tagliare, togli le parti residue e osserva il risultato finale.



Fase 3
Controlla di aver ben levigato la superficie inferiore della zucca per potervi poggiare la candela in equilibrio. Ora sei pronto per accendere la tua Jack-o’-Lantern per la notte di Halloween!



Buon Halloween a tutti! :)

martedì 28 ottobre 2008

Il mio amico Benny

E' stato ordinato, domenica 21 settembre 2008, alle ore 17.00 nella cattedrale di Ischia per la preghiera e l'imposizione delle mani di monsignor Filippo Strofaldi, Vescovo di Ischia, il religioso e diacono passionista, padre Benedetto Manco, originario della stessa Isola Verde. Io oggi finalmente riesco a postarlo, Benedetto caro amico da sempre, sempre disponibile per una parola di conforto, ma anche solo per far sentire il suo affetto.
Padre Benedetto Manco ¨ entrato tra i passionisti da giovane e dopo aver ultimato gli studi a Roma, il 27 ottobre 2007 fu ordinato diacono dallo stesso mons. Strofaldi, nel Monastero delle Carmelitane dei Ponti Rossi in Napoli.
Il 21 settembre finalmente ha coronato il suo sogno di consacrarsi con l'ordinazione sacerdotale completamente al servizio della Chiesa e della Congregazione della Passione, di cui è¨ religioso, avendo professato i consigli evangelici il 13 settembre del 2003 ed emessa la professione perpetua nel dicembre del 2006. Padre Benedetto è¨ il terzo religioso passionista che è¨ entrato nella Congregazione della Passione in 80 anni di presenza passionista sull'Isola d'Ischia, con una casa religiosa a Casamicciola.
Attualmente il religioso è¨ membro della comunità pssionista di Ceccano Badia (Fr), il primo convento della Provincia religiosa del Lazio Sud e Campania, intitolata alla Madonna Addolorata, aperto dallo stesso fondatore dei passionisti San Paolo della Croce, nel 1748.
Ancora tantissimi auguri, è stata una grande emozione per te, ma anche per noi che ti vogliamo bene.

venerdì 10 ottobre 2008

Aiutiamoli per sapere la verità sulla morte del signor "Giuseppe Casu", affinchè quello che è successo a lui non accada più ...

Ciao a tutti amici, sono scomparsa per un bel pò.
Scusatemi tra varie vicissitudini, alcune belle altre meno, non ho avuto tempo per il blog.
Adesso purtroppo non tutto è risolto, ma ho trovato 5 minuti per salutarvi.
Volevo anche dirvi, ricordate la storia del signor Giuseppe Casu?
Spero di si!!!L' appello in favore della famiglia del signor Casu deceduto in psichiatria mentre si trovava legato al letto da sette giorni (si può scaricare il testo completo nell' area iniziative)La famiglia del Signor Giuseppe Casu non è in grado da sola ad affrontare tutte le spese legali e di consulenza relative al processo penale che vede imputati i medici del Servizio di Diagnosi e Cura di Cagliari, Turri e Cantone, di omicidio colposo. Ci hanno chiesto una mano e noi ci rivolgiamo ai nostri sostenitori e a tutte le persone disposte a dare anche un piccolo contributo. c/c n°100707 Bancario, BNL, AGENZIA DI CAGLIARI, LARGO CARLO FELICE CODICE IBAN: IT70B0100504800000000100707 INTESTATO A A.S.A.R.P.-con indicato nella causale "per la causa di Giuseppe Casu" PER QUALUNQUE ULTERIORE INFORMAZIONE POTETE CHIAMARE 070/47443426 – 3207721343 – 3381597287

Se potete fate circolare questo appello più possibile, nei vari canali che riterrette opportuno.
Amici so che posso contare su di voi.
E vi chiedo da adesso scusa se sarò ancora assente spero che tutto si sistemi, un abbraccio a tutti!!!!