Tutti ne parlano, ma quasi nessuno conosce l'origine dell'espressione "i giorni della merla", utilizzata per definire questo periodo dell'anno piuttosto freddo. Ma che legame c'è tra la femmina del merlo, il celebre volatile, e il periodo più freddo dell'anno? Dopo aver parlato più volte di curiosità romane o laziali, quest'oggi Il dottor StranoWeb si trasferisce in Lombardia per cercare di svelare il significato di una tradizione molto sentita nella Pianura Padana. I giorni della merla, tradizionalmente il 29, 30 e 31 gennaio (per alcuni 30 e 31 gennaio e 1 febbraio) sarebbero i giorni più freddi dell'anno: quelli in cui la temperatura raggiunge i livelli più bassi di tutto l'inverno. Se ciò può essere vero da un punto di vista metereologico, resta da definire il motivo del legame con la merla, che appare obiettivamente difficile da verificare fuori dall'ambito del folklore. Ma anche nella tradizione popolare è difficile giungere ad una definizione all'origine della singolare credenza. Abbiamo provato a guardare all'interno della tradizione delle terre lombarde per cercare di capire che cosa ci sia alla base dell'abbinamento "merla-giorni più freddi", e abbiamo avuto modo di incontrare numerose interpretazioni. Ne riportiamo alcune che, in alcuni casi, sono tra loro sorprendentemente diverse, sia nel contenuto, sia nell'origine dell'etimologia. a) Un servo di Erode rubò ad una merla i suoi piccoli per mangiarseli con la polenta. Un merlo, nero come il carbone, prelevò una pagliuzza dalla culla di Gesù Bambino e la lasciò cadere sui piccoli che impararono immediatamente a volare, riuscendo così a scappare al loro carceriere. Il miracoloso evento fece anche sciogliere la neve e da quel giorno - era il 31 gennaio - la temperatura cominciò a salire. b) Un soldato di Erode gettò del fiele nella scodella del latte di Gesù Bambino: una merla che aveva il nido lì vicino sorbì il latte avvelenato e per tre giorni soffrì le pene dell'inferno, fino a quando, il 31 gennaio, il futuro Messia fece brillare un caldo sole che aiutò la merla a guarire in brevissimo tempo. c) Un tempo i merli erano bianchi. Durante un inverno freddissimo, una merla e i suoi piccoli si rifugiarono in un comignolo per scaldarsi un po': in quell'ambiente caldo ma sporco, la merla e i merlotti divennero neri come carbone e da allora il loro colore non è cambiato. d) Una versione più triste narra che una merla, ingannata dal sole di gennaio, cominciò a covare le sue uova. Però l'inverno non era finito e il 29, 30 e 31 il freddo ritornò intenso, cosicché le uova si ruppero e i piccoli perirono. Anche la merla, affranta da dolore, morì: della sua tragedia è rimasta la memoria nel detto "i giorni della merla". e) Un'altra leggenda narra che la merla non era un uccello, bensì una bella ragazza che amava moltissimo ballare e divertirsi con i giovani della sua età. Per recarsi ad un ballo, che si svolgeva in una località vicino al suo paese, decise di attraversare di corsa una lastra di ghiaccio che copriva il Po. La coltre gelida non resse il peso e la giovane cadde nel fiume scomparendo nelle acque ghiacciate. Per tre giorni (29, 30, 31) gli amici la cercarono disperatamente, ma il grande fiume non restituì la sua vittima. f) Un'elaborazione della precedente versione narra che una ragazza e un ragazzo, per guadagnare tempo, mentre si recavano ad una festa in un paese vicino al loro, attraversarono il Po gelato, ma scivolarono nell'acqua e scomparvero. Unica testimone dell'accaduto una merla: per tre giorni l'uccello cinguettò volando sui passanti per chiedere aiuto. Poi, il terzo giorno (30 gennaio) il sole sciolse il ghiaccio e il fiume restituì i cadaveri delle giovani vittime, intorno ai quali sbocciarono molti fiori. Queste versioni subiscono delle varianti, aggiunte e modificazioni di vario tipo, ma in genere la struttura portante della leggenda non cambia e trova il proprio asse narrativo principale nel legame con i giorni considerati i più deboli dell'anno. Per quanto riguarda la merla, come si è osservato vi sono delle varianti che cercano di trovare un modo per saldare i tre giorni all'animale, di cui però come abbiamo visto, può essere usato solo l'etimo, al fine di produrre un'interpretazione altra, atta a giustificare la connessione. In Lombardia era diffusa la tradizione dei Canti della Merla. Nei giorni convenuti i contadini si ritrovavano intorno ad una catasta di fascine sulla quale saliva la Merla, la ragazza incaricata di dare inizio ai canti tradizionali. Spesso questi canti avevano anche un ruolo propiziatorio e attraverso un'articolata botta e risposta era possibile gettare le sorti sulla futura annata agraria. La festa poteva terminare con un contrasto canoro tra gli uomini, che erano sull'aia e le donne chiuse nella stalla. Alla fine i due gruppi si congiungevano secondo i dettami di un rito la cui origine si perde nella notte dei tempi. In questa tradizione possono anche essere intravisti i primi vagiti del prossimo Carnevale ormai alle porte.
sabato 31 gennaio 2009
I giorni della merla
Tutti ne parlano, ma quasi nessuno conosce l'origine dell'espressione "i giorni della merla", utilizzata per definire questo periodo dell'anno piuttosto freddo. Ma che legame c'è tra la femmina del merlo, il celebre volatile, e il periodo più freddo dell'anno? Dopo aver parlato più volte di curiosità romane o laziali, quest'oggi Il dottor StranoWeb si trasferisce in Lombardia per cercare di svelare il significato di una tradizione molto sentita nella Pianura Padana. I giorni della merla, tradizionalmente il 29, 30 e 31 gennaio (per alcuni 30 e 31 gennaio e 1 febbraio) sarebbero i giorni più freddi dell'anno: quelli in cui la temperatura raggiunge i livelli più bassi di tutto l'inverno. Se ciò può essere vero da un punto di vista metereologico, resta da definire il motivo del legame con la merla, che appare obiettivamente difficile da verificare fuori dall'ambito del folklore. Ma anche nella tradizione popolare è difficile giungere ad una definizione all'origine della singolare credenza. Abbiamo provato a guardare all'interno della tradizione delle terre lombarde per cercare di capire che cosa ci sia alla base dell'abbinamento "merla-giorni più freddi", e abbiamo avuto modo di incontrare numerose interpretazioni. Ne riportiamo alcune che, in alcuni casi, sono tra loro sorprendentemente diverse, sia nel contenuto, sia nell'origine dell'etimologia. a) Un servo di Erode rubò ad una merla i suoi piccoli per mangiarseli con la polenta. Un merlo, nero come il carbone, prelevò una pagliuzza dalla culla di Gesù Bambino e la lasciò cadere sui piccoli che impararono immediatamente a volare, riuscendo così a scappare al loro carceriere. Il miracoloso evento fece anche sciogliere la neve e da quel giorno - era il 31 gennaio - la temperatura cominciò a salire. b) Un soldato di Erode gettò del fiele nella scodella del latte di Gesù Bambino: una merla che aveva il nido lì vicino sorbì il latte avvelenato e per tre giorni soffrì le pene dell'inferno, fino a quando, il 31 gennaio, il futuro Messia fece brillare un caldo sole che aiutò la merla a guarire in brevissimo tempo. c) Un tempo i merli erano bianchi. Durante un inverno freddissimo, una merla e i suoi piccoli si rifugiarono in un comignolo per scaldarsi un po': in quell'ambiente caldo ma sporco, la merla e i merlotti divennero neri come carbone e da allora il loro colore non è cambiato. d) Una versione più triste narra che una merla, ingannata dal sole di gennaio, cominciò a covare le sue uova. Però l'inverno non era finito e il 29, 30 e 31 il freddo ritornò intenso, cosicché le uova si ruppero e i piccoli perirono. Anche la merla, affranta da dolore, morì: della sua tragedia è rimasta la memoria nel detto "i giorni della merla". e) Un'altra leggenda narra che la merla non era un uccello, bensì una bella ragazza che amava moltissimo ballare e divertirsi con i giovani della sua età. Per recarsi ad un ballo, che si svolgeva in una località vicino al suo paese, decise di attraversare di corsa una lastra di ghiaccio che copriva il Po. La coltre gelida non resse il peso e la giovane cadde nel fiume scomparendo nelle acque ghiacciate. Per tre giorni (29, 30, 31) gli amici la cercarono disperatamente, ma il grande fiume non restituì la sua vittima. f) Un'elaborazione della precedente versione narra che una ragazza e un ragazzo, per guadagnare tempo, mentre si recavano ad una festa in un paese vicino al loro, attraversarono il Po gelato, ma scivolarono nell'acqua e scomparvero. Unica testimone dell'accaduto una merla: per tre giorni l'uccello cinguettò volando sui passanti per chiedere aiuto. Poi, il terzo giorno (30 gennaio) il sole sciolse il ghiaccio e il fiume restituì i cadaveri delle giovani vittime, intorno ai quali sbocciarono molti fiori. Queste versioni subiscono delle varianti, aggiunte e modificazioni di vario tipo, ma in genere la struttura portante della leggenda non cambia e trova il proprio asse narrativo principale nel legame con i giorni considerati i più deboli dell'anno. Per quanto riguarda la merla, come si è osservato vi sono delle varianti che cercano di trovare un modo per saldare i tre giorni all'animale, di cui però come abbiamo visto, può essere usato solo l'etimo, al fine di produrre un'interpretazione altra, atta a giustificare la connessione. In Lombardia era diffusa la tradizione dei Canti della Merla. Nei giorni convenuti i contadini si ritrovavano intorno ad una catasta di fascine sulla quale saliva la Merla, la ragazza incaricata di dare inizio ai canti tradizionali. Spesso questi canti avevano anche un ruolo propiziatorio e attraverso un'articolata botta e risposta era possibile gettare le sorti sulla futura annata agraria. La festa poteva terminare con un contrasto canoro tra gli uomini, che erano sull'aia e le donne chiuse nella stalla. Alla fine i due gruppi si congiungevano secondo i dettami di un rito la cui origine si perde nella notte dei tempi. In questa tradizione possono anche essere intravisti i primi vagiti del prossimo Carnevale ormai alle porte.
giovedì 29 gennaio 2009
Parabola della vita ^__^

C'era una volta una gara...di ranocchi.....L'obiettivo era arrivare in cima a una gran torre.Richiamata dall'insolito spettacolo,si radunò molta gente per vedere e fare il tifo.
Cominciò la gara,ma in realtà,la gente probabilmente non credeva possibile che i ranocchi raggiungessero la cima,e tutto quello che si ascoltava erano frasi del tipo:"Ma che pena!!! Non ce la faranno mai!"
E cosi alcuni ranocchi,che percepirono questi commenti,cominciarono a desistere,sfiduciati,tranne uno,che continuava a cercare di raggiungere la cima.
Ma la gente continuava:"....Che pena!!! Non ce la faranno mai!!!..."
Sennonchè molti ranocchi si diedero per vinti tranne il solito ranocchio testardo che continuava ad insistere.Alla fine,tutti desistettero tranne quel ranocchio testardo,che,solo e con grande sforzo,raggiunse alla fine,la cima.
Quindi,com'è naturale che fosse,gli altri vollero sapere come avesse fatto e uno delgi altri ranocchi piu' curiosi si avvicinò per chiedergli come avesse fatto a concludere quella difficile prova.Non ottenne risposta.
E cosi' si scopri' che quel ranocchio vincitore......era sordo!
Morale: non ascoltare le persone con la pessima abitudine di essere negative... derubano le migliori speranze del tuo cuore! Ricorda sempre il potere che hanno le parole che ascolti o leggi. Per cui, preoccupati di essere sempre POSITIVO ^__^!
Riassumendo: Sii sempre sordo quando qualcuno ti dice che non puoi realizzare i tuoi sogni. “Bisogna essere sempre sordi quando ci vien detto che non riusciremo mai a realizzare i nostri sogni..Non bisogna mollare nella vita,MAI!”mercoledì 28 gennaio 2009
martedì 27 gennaio 2009
"27 gennaio Il Giorno della Memoria della Shoah"

A volte non parliamo di un problema perchè pensiamo che sia inutile, tanto, ci diciamo, tutti ne sono a conoscenza....
Invece, non si deve accantonare nulla...altrimenti resta nel dimenticatoio.
Legge 20 luglio 2000, n. 211
Art.1
"La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati."
"SOLUZIONE FINALE"
- morte immediata per i bambini, per i vecchi e per i deboli,
- separazione degli ebrei in base al sesso;
- decimazione a causa dei lavori forzati e per scarsa alimentazione
Buchenwald,
Sachsenhausen
Sono alcuni tra i primi campi di concentramento.
Era un inferno la vita in un campo di concentramento.
Ne è la prova :
"SE FOSSI UN UOMO"
di Primo Levi che fu uno di alcuni sopravvissuti a tale eccidio.
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case;
Voi che trovate tornando la sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce la pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì e per un no
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno:
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole:
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli:
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri cari torcano il viso da voi.

RICORDATE
"Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti".
"Essi sono dotati di ragione di coscienza e devono agire gli uni
verso gli altri in spirito di fratellanza"
Articolo 1 della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo
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lunedì 26 gennaio 2009
In ricordo della lira ...
domenica 25 gennaio 2009
Buona domenica a tutti!
domenica 18 gennaio 2009
Pensieri ...
venerdì 16 gennaio 2009
L'isola che non c'è ...
C'era una volta un'isola, dove vivevano tutti i sentimenti e i valori degli uomini: il Buon Umore, la Tristezza, il Sapere... così come tutti gli altri,incluso l'Amore...Un giorno venne annunciato ai sentimenti che l'isola stava per sprofondare, allora prepararono tutte le loro navi e partirono, solo l'Amore volle aspettare...fino all'ultimo momento.
Quando l'isola fu sul punto di sprofondare, l'Amore decise di chiedere aiuto.
La Ricchezza passò vicino all'Amore su una barca lussuosissima e l'Amore le disse: "Ricchezza, mi puoi portare con te? "Non posso c'é molto oro e argento sulla mia barca e non ho posto per te te."
L'Amore allora decise di chiedere all'Orgoglio che stava passando su un magnifico vascello, "Orgoglio ti prego, mi puoi portare con te?", "Non ti posso aiutare, Amore..." rispose l'Orgoglio, "qui é tutto perfetto, potresti rovinare la mia barca".
Allora l'Amore chiese alla Tristezza che gli passava accanto "Tristezza ti prego, lasciami venire con te", "Oh Amore" rispose la Tristezza, "sono così triste che ho bisogno di stare da sola".
Anche il Buon Umore passò di fianco all'Amore, ma era così contento che non sentì che lo stava chiamando.
All'improvviso una voce disse: "Vieni Amore, ti prendo con me". Era un vecchio che aveva parlato.
L'Amore si sentì così riconoscente e pieno di gioia che dimenticò di chiedere il nome al vecchio.Quando arrivarono sulla terra ferma, il vecchio se ne andò.
L'Amore si rese conto di quanto gli dovesse e chiese al Sapere: "Sapere, puoi dirmi chi mi ha aiutato?
"E' stato il Tempo" rispose il Sapere.
"Il Tempo?" si interrogò l'Amore, "Perché mai il Tempo mi ha aiutato?".Il Sapere pieno di saggezza rispose:"Perché solo il Tempo è capace di comprendere quanto l'Amore sia importante nella vita".
martedì 13 gennaio 2009
E a chi non piace il mare?
L’idea dell'infinito,sensazione di libertà,presagio romantico,odore di selvatico,sapore di qualcosa di indefinibile,oggetto di miti e leggende....meraviglioso,sarà anche per questo che amo terribilmente la mia isola. Il mio amore più grande?
Il MARE... il suo odore... le ONDE... la loro schiuma...
tante volte ho pensato una cosa, magari stupida.. perchè non credo assolutamente nella reincarnazione...
ma ogni volta che mi trovo in mezzo al mare a nuotare..
io penso che se in qualche modo è esistita vita passata,
bene, in questa vita, devo certamente essere stata un pesce..
mi piace immaginare di essere stata un DELFINO...
è troppo grande la sensazione di libertà.. di leggerezza... e di pace...
che provo stando nell'acqua...
la sento come il mio elemento naturale...
ma è soltanto una favola..... un sogno... un gioco...
questa immagine mi ha riportata alla mente queste sensazioni...
sentire le onde.. sentire il mare come lenzuola di seta sulla pelle...
lenzuola fresche e profumate che mi avvolgono per farmi sognare....




